L’INNO DELLE VIRTÚ FAMILIARI

dall’Esortazione “Amoris laetitia”

Chi ha definito il quarto capitolo di Amoris laetitia il “cuore” dell’Esortazione postsinodale ha visto probabilmente giusto.

A metà del lungo percorso di questo documento, dopo averne spiegato l’urgenza, dettata dalle complesse sfide sociali e culturali, e dopo aver inquadrato la realtà familiare come chiave esplicativa della storia della salvezza. Papa Francesco offre quasi una pausa poetica.

Prende spunto dall’Inno alla carità di San Paolo (1 Cor 13,4-7) per tratteggiare le caratteristiche dell’amore coniugale. Che è “paziente”, perché esercitare la pazienza in famiglia mette al riparo dall’impulsività che rischia di trasformare la casa in campo di battaglia.

Che è “non è invidioso”, perché riconosce e valorizza il bene dell’altro. Che “non si vanta e non si gonfia”, perché la grandezza dell’amore è innanzi tutto quella di comprendere il valore dei più deboli.

Che “non manca di rispetto”, si dispone all’incontro “con sguardo amabile”, perché custodisce con tenerezza i limiti dell’altro/a. Che “non cerca il proprio interesse”, perché nulla deve essere più gratuito e disinteressato dell’amore tra moglie e marito.

E poi, ancora, “non si adira”, non tiene conto del male ricevuto”, in un lungo elenco di virtù e di atteggiamenti positivi che rimandano davvero all’essenza dei rapporti di coppia. Un capitolo che tutti gli sposi dovrebbero leggere.

LUCIANO MOIA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *