IL GIORNO DEL SIGNORE – Seconda Parte

Fin dalla sua prima origine la Chiesa solennizzò il giorno del Signore con la celebrazione della “frazione del pane” (Atti 20,7), con la proclamazione della parola di Dio e con le opere di carità (1Cor 16,2). L’esempio ce lo aveva dato Gesù, nello stesso giorno della sua risurrezione egli aveva spezzato il pane per i discepoli di Emmaus, dopo che li aveva confortati con la sua presenza e la sua parola, spiegando loro tutto ciò che nelle Scritture si riferiva a lui (Luca 24,27). Da allora la Chiesa ha sempre santificato il giorno del Signore con la celebrazione del memoriale del suo sacrificio nel quale la Parola, la frazione del pane e il servizio della carità sono intimamente uniti.

In questo modo si perpetua la presenza del Risorto. Nelle prime comunità cristiane questi tre aspetti erano sempre congiunti. Avere ridotto lungo i secoli la domenica alla sola dimensione liturgica non è una realtà positiva, perché è in quel giorno più che in qualunque altro che il cristiano fa della sua vita un dono, un sacrificio spirituale gradito a Dio ed ai fratelli a imitazione di Gesù. Il pane eucaristico con la sua frazione ci richiama alla solidarietà, alla condivisione, al servizio. L’Eucarestia non è solo un rito, ma anche una scuola di vita. Da questa scuola deve scaturire l’impegno di testimonianza ed il servizio di carità. Ogni cristiano che abbia compreso il senso di ciò cui ha partecipato si sentirà debitore verso ogni fratello di ciò che ha ricevuto. “Andate ad annunciare ai fratelli… (Mt 28,10): la chiamata diventa missione, responsabilità, condivisione. Se frutto dell’Eucarestia è la conformazione al Cristo, l’attenzione ai poveri, agli ammalati, a chi è nella solitudine, sarà uno dei segni più incisivi dell’Eucarestia. Particolare valore assumono i ministri straordinari della Comunione, attraverso i quali l’Eucarestia giunge agli anziani, agli ammalati. La domenica deve rimanere il “giorno della festa”. Astenersi dal lavoro e dalla fatica, diventa impegno per partecipare alla festa comune, al primato della gioia. “Il giorno di domenica siate sempre lieti, perché colui che si rattrista il giorno di domenica fa peccato”.

In questo senso il riposo domenicale e festivo acquista una valenza simbolica e profetica. La domenica non è solo un giorno della settimana; ma è la “Pasqua settimanale”, che culmina nella grande domenica della Pasqua annuale.

CEI, Il Giorno del Signore

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