III DOMENICA DI PASQUA – 30 Aprile 2017

Dal Vangelo secondo Luca Lc 24,13-18,28-35

Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, Il Nazareno». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credete in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

I due discepoli tornano a casa poiché non hanno più nessuno da seguire. La loro speranza non era certo quella di vedere morire il loro maestro. Gesù risorto si avvicina loro ed essi non lo riconoscono, perché non credono a quanto aveva detto anche a loro sulla sua passione, morte e resurrezione. I loro occhi sono impediti a riconoscerlo a causa della sua morte, una barriera invalicabile per l’uomo. Non si riesce a credere alla resurrezione se il Risorto stesso non si fa riconoscere. Gesù si presenta come uno che non conosce quanto è accaduto a Gerusalemme, mentre ne è stato il protagonista. Vuole aiutare i due viandanti a riconoscere il proprio desiderio e per questo li invita a narrare gli eventi vissuti secondo il loro punto di vista. I due raccontano la loro speranza delusa: noi speravamo che Gesù liberasse Israele. Inoltre ci sono delle donne che appartengono alla cerchia dei suoi discepoli che dicono di avere avuto una visione di angeli che affermano che Gesù è vivo, ma nessuno l’ha visto. I due sono come sospesi tra ciò che sanno e ciò che speravano: se Gesù è vivo, ancora c’è speranza che liberi Israele, ma come fa ad essere vivo se è morto? Gesù interviene per aiutarli a riconoscere che il loro cuore è ignorante e lento, poiché non si smuove dalla convinzione che un morto non può rivivere. Accogliere la novità della verità fa diventare sapienti della vita: per entrare nella gloria occorre passare prima per la morte.

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