GESÙ È VENUTO A CHIAMARE I PECCATORI

Questo passo del Vangelo si divide in due episodi che forse in origine, nella tradizione cristiana primitiva, erano separati: la chiamata di Matteo e il pranzo con i pubblicani. La chiamata di Matteo è argomentata in modo così sintetico da poterla interpretare come un invito deciso di Gesù a cambiare la traiettoria della propria vita. Questo conferma quanto la Parola di Gesù genera vita e si realizza subito.

Matteo era un pubblicano (Mt 21,31-32), e, avendo avuto dai romani l’incarico di riscuotere le tasse, aveva la possibilità di decidere la quota da dover far pagare alla gente. In quel tempo questo lavoro era mal visto dal popolo e ancor di più chi lo svolgeva disonestamente, aumentando le tasse per averne un maggior beneficio. La chiamata di Matteo è immediata, avviene proprio quando lui non se lo aspetta (anche se probabilmente segue un periodo di riflessione profonda sul senso della sua vita) non perché lo meriti, ma solo per l’amore che Dio nutre nei confronti dell’uomo (Dt 7,7-8). L’alzarsi di Matteo vuol dire mettersi in movimento, cioè alla sequela di Gesù e a vita nuova. In questo capitolo il verbo alzarsi è spesso ripetuto (v 7.9.19.25). Matteo si alza perché dagli occhi di Gesù capisce che solo Lui può salvarlo della sua vita di peccatore. E per noi il suo atteggiamento diventa un monito: troncare risoluti con la vita “vecchia” e buttarsi nell’avventura con Cristo! Gesù chiama ad essere una colonna della sua chiesa uno degli uomini più odiati dai Giudei, un personaggio che ricorda loro ogni giorno il dominio straniero di Roma e lo stato di soggezione politica in cui vivono. E, come se non bastasse, festeggia questo avvenimento con un pranzo, il segno per eccellenza della comunione e della gioia. Nel secondo episodio Gesù si mette a tavola con delle persone di cattiva reputazione. In Oriente condividere la stessa tavola significa avere rapporti di amicizia o di parentela, o comunque di condivisione.

Per tale ragione i farisei si scandalizzano di Gesù, perché pensano che, stando Egli con questi, non è così giusto come si dice. Essi, non avendo il coraggio di affrontare lo sguardo di Gesù, interrogano i suoi discepoli per sapere perché Lui sia a tavola con i peccatori, ma prende la parola di Gesù e risponde loro sapientemente, spiegando che il medico serve ai malati che vogliono curarsi e non a chi crede di stare bene. Chi si ritiene peccatore è un malato che vuole essere curato e Gesù è un buon medico che tiene ai suoi pazienti e ha cura di loro, somministrando abbondantemente misericordia. Lo scandalo viene da chi si crede giusto, ma solo perché non si conosce, a motivo del proprio orgoglio. Quindi, è importante chiedersi: chi sono i sani? Chi di noi può ritenersi sano? Chi può dire di non aver bisogno di Dio? Sentiamoci bisognosi di perdono, di guarigione, per le profonde piaghe che ci sono nel nostro cuore! Avviciniamoci, quindi, alla mensa della misericordia, la mensa che Gesù fa con i peccatori.

Prima del detto finale, l’evangelista inserisce un passo del profeta Osea, 6,6 e con un “infatti” ad esso lega l’affermazione di essere venuto a chiamare i peccatori: l’evangelista sottolinea l’insegnamento di Cristo alla sua Chiesa che deve imitare il Maestro compiendo gesti di misericordia più che atti cultuali. Ci invita a vivere l’intimità con Cristo, a riconoscerlo Signore e Maestro della nostra vita, ci dice quale deve essere la modalità delle nostre relazioni con il nostro prossimo e con Dio, che non gradisce sacrifici, penitenze e digiuni, senza la riconciliazione con i nostri fratelli e il perdono per il male che ci hanno arrecato. Il suo stile di vita non prevede il sacrificio fatto per avanzare diritti e meriti davanti a Lui, ma presume il sacrificio che è richiesto dal suo amore e dall’osservanza dei comandamenti, legge di amore verso Lui e verso i fratelli. Impariamo dal Maestro a “vedere” gli con il buon occhio dell’amore che perdona, che offre misericordia avendola ricevuta. Per mezzo della misericordia divina siamo salvati, e per mezzo della nostra misericordia Dio vuol portare avanti la sua opera di salvezza!

MADDALENA BECCARIA

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